Nutraceutica: il potere del cioccolato amaro

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Ipertensione e cioccolato
Negli ultimi dieci anni, sono stati vari gli studi a sostegno dei benefici che il cioccolato amaro può avere nel trattamento dell’ipertensione. Il merito sembra sia tutto di alcune molecole note con il nome di “flavanoli”. Queste molecole, infatti, dilatano le arterie, riducendo la pressione sanguigna.
Qualche anno fa, ad esempio, si dimostrò come 10 grammi di cacao amaro con 200 mg di flavanoli ogni giorno potesse aiutare a tenere a bada la pressione alta, abbassando anche il colesterolo.
Come afferma Sirtori: “Da anni è noto che la popolazione Kuna, al largo della costa di Panama, consuma grandi quantità di cacao e ha mortalità per malattie cardiovascolari nettamente minore in rapporto a quella dei cittadini panamericani. Si è visto che la stessa popolazione, una volta approdata sul Continente, si adegua rapidamente alla dieta locale con un conseguente aumento dei valori in precedenza bassi. Per questo motivo la European Food Safety Agency (EFSA) sta valutando l’indicazione del cioccolato amaro per affrontare la pressione arteriosa elevata e l’angina pectoris“.

A conferma di questa tesi anche una ricerca condotta da alcuni studiosi dell’Università di Colonia che rivela che 30 calorie (pari a 6.3 grammi) al giorno di cioccolato amaro possono avere effetti benefici nei casi di ipertensione arteriosa, senza causare alcun aumento di peso o qualsivoglia effetto negativo.
In quell’occasione, il test è stato effettuato su 44 volontari adulti con un’età compresa tra i 56 e i 73 anni con pre-ipertensione o ipertensione di primo grado. Come osservato dai ricercatori, benché l’effetto sulla riduzione dei valori pressori fosse tutto sommato contenuto, a livello di popolazione, una riduzione di 3 mm Hg della pressione sistolica ridurrebbe il rischio relativo di morte per ictus dell’8 per cento, per malattia coronarica del 5 per cento e di mortalità complessiva del 4 per cento.

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