Tra zappe, zucchine e la voglia di carciofi

http://www.snam.it/it/sostenibilita/racconti_dal_territorio/Orto_nella_rete/Progetti/tra-zappe-zucchine-e-la-voglia-di-carciofi.html
























Avete idea di cosa significhi lavorare in un orto? Non significa solo buttare semi nella terra e aspettare il raccolto. Servono passione, un po’ di fortuna, ma anche notevole strategia. Come su uno scacchiere, occorre scegliere la disposizione giusta dei terreni. Occorre prepararli. Occorre individuare quale ortaggio sia preferibile in un determinato quadrato di terra, e quale nel quadrato a fianco. Soprattutto, occorre fare i conti con il tempo. Sia il tempo meteorologico, sia quello dei giorni e delle stagioni che passano.
La storia di "Un orto nella rete", infatti, è stata prima di tutto un'operazione di "ridisegno" di quattro ettari di terreno a fianco dell’impianto di compressione Snam di Terranuova Bracciolini. Nonché il ridisegno di una squadra di persone (quattro ragazzi in Percorso di tirocinio formativo, provenienti dal Dipartimento salute mentale della Asl di Arezzo, zona Valdarno) per cui le regole dei campi, così come le mani nella terra, sono una guida importante per ritrovarsi.
Ebbene, lo scacchiere di terreno ridisegnato dalla cooperativa Betadue, a inizio agosto, ha dato i suoi primi frutti. Lo racconta con una certa emozione, Matteo, soprannominato il contadino 2.0, che ha la responsabilità di guidare il team di ragazzi che ogni giorno ha alimentato la storia di "Un orto nella rete". La prima piantumazione, ossia la prima operazione di semina e messa a terra delle piante, era arrivata più tardi rispetto a quanto inizialmente ipotizzato, tra il 5 e l'8 giugno. Una primavera troppo ricca di pioggia ha rallentato il percorso. "Ma ce l'abbiamo fatta", spiega Matteo. Nella parte arata del terreno, quella che inizialmente si ipotizzava potesse essere destinata anche a coltivazione intensiva di cereali, si è infine deciso di scommettere sugli ortaggi. Matteo ha il conto preciso di ogni angolo del suo universo bucolico. Su una superficie di mezzo ettaro sono state piantate 390 piante di pomodori, 130 di peperoni, 220 di melanzane, 35 di cetrioli, 130 di zucchine e 150 insalate. Da metà luglio, si sono iniziati a raccogliere zucchine, insalate e cetrioli. Da fine luglio, sono a regime i pomodori, i peperoni e le melanzane.
E via!, dunque, con il primo giro.
Ma una buona strategia ne prevede subito un secondo.

















perché in agosto è partita la piantumazione degli ortaggi dell’autunno e dell’inverno. Tocca ancora a insalate (120) e zucchine (80). Ma con l’aggiunta di 240 piante di cavolfiori, 120 di cavolo broccolo, 120 di cavolo nero toscano, 120 di cavolo romano, 60 di finocchio, 120 di radicchio pan di zucchero, 60 di cavolella rossa.
Per quest'anno, l'elenco è completo. Il prossimo, si partirà prima, e si potranno produrre anche le patate e i legumi (i famosi fagioli zolfini).
Nel frattempo, l'autunno sarà il tempo giusto per studiare la carciofaia, nella terra appena sopra, quella in pendenza (ottimale per la particolare irrigazione richiesta dai carciofi). E per avviare anche gli alberi da frutto.
Insomma, la storia di “Un orto nella rete” comincia a diventare concreta. Dal terreno, ha preso la strada delle prime cassette di verdura vendute a un gruppo di acquisto solidale. Ma ci sono già accordi con alcuni ristoranti e poi c’è il network di Tuttigiorni, la filiera a chilometro zero della cooperativa Betadue che contribuisce a realizzare oltre 2mila pasti al giorno serviti in asili, scuole e comunità.
Ma, se dovesse capitarvi di passare da lì, e se voleste assaggiare di persona, Matteo-e-i-suoi-ragazzi sarebbero felici di raccogliere qualcosa anche per gli ospiti.




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